Pellegrinaggio in Turchia (seconda parte)

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Mercoledì 15, partenza alla volta di Kusadasi (tradotto = Isola degli Uccelli), città sulle rive del Mar Egeo in cui abbiamo pernottato. Lungo il percorso abbiamo visitato l’Acropoli di Pergamon. Posta in posizione strategica su una collina di ca. 335 metri la si raggiunge in teleferica e comprende, oltre all’Acropoli anche un’Anfiteatro di 10'000 posti di capienza e l’altare di Zeus (Giove). Durante il percorso, con una piccola deviazione, Timur ha voluto farci attraversare Izmir (Smirne), ridente città di 3,5 milioni di abitanti in cui egli vive con la famiglia.
Giunti a Kusadasi ci siamo resi conto che questa città trae sostentamento dal porto turistico in cui attraccano le grandi navi da crociera. Poiché non ci sono Chiese cattoliche, la Santa Messa è stata celebrata in una sala dell’albergo. Dopo cena alcuni di noi hanno voluto visitare il centro città e ne è valsa la pena poiché ha una vasta zona pedonale molto movimentata.
Giovedì 16. Dapprima ci siamo recati alla Casa in cui visse la Madonna. La Santa Messa sull’altare a lato della Casa è stata molto semplice ma suggestiva ed emozionante. Da questo luogo sacro ci siamo spostati alle rovine di Efeso, città che viene menzionata spesso nelle lettere di San Paolo. La visita a questo vasto sito archeologico é durato oltre 2 ore. Qui si può ammirare, tra l’altro, il tempio della dea Artemide, il Teatro romano, le imponenti colonne della Biblioteca di Celso. Nelle vicinanze abbiamo visitato la Basilica di San Giovanni, luogo in cui si trova il sarcofago del Santo.
Il viaggio è poi proseguito alla volta di Laodicea. Qui gli scavi sono in corso per portare alla luce l’antica città menzionata da San Paolo nelle sue lettere. In serata siamo giunti a Pamukkale per il pernottamento.
Venerdì 17. La giornata è iniziata con la visita alla Necropoli di Hierapolis. Qui si trovano centinaia di sarcofaghi e cappelle funerarie rovinate dai molti terremoti susseguitisi nel corso dei secoli, il Teatro romano, ancora in fase di ristrutturazione e la Basilica Rossa (il nome deriva dal colore della pietra). Attraverso la Porta Nord siamo passati a visitare le sorgenti calde di Pamukkale (letteralmente = castello di cotone). Queste sorgenti di acqua termale, in cui abbiamo immerso i nostri piedi, nel corso del tempo hanno coperto di bianco calcare una collina che oggi si presenta come un’enorme montagna di bambagia con alcune piccole lagune di acqua turchese.
All’arrivo a Konya abbiamo celebrato la Santa Messa nella Chiesa di San Paolo dove eravamo attesi dalle Missionarie che curano questa Parrocchia che ha pochissimi fedeli.
Sabato 18. Dopo aver visitato il Mausoleo Mevlana che prende il nome dal poeta fondatore dell’ordine dei Dervisci. A seguito abbiamo proseguito il nostro pellegrinaggio verso Ürgüt. In questa località abbiamo visitato la Città sotterranea e, nella valle di Zelve, il Museo all’aperto delle Chiese Rupestri. Il primo sito è veramente qualcosa di raro. Si tratta di una città letteralmente sottoterra in cui la vita si svolgeva tra cunicoli angusti e bassi per difendersi dagli invasori. Il Museo all’aperto si tratta invece di dimore e Chiese rupestri con affreschi abbastanza ben conservati, scavate nella roccia arenaria.
Domenica 19. L’ultima Santa Messa è avvenuta nella Chiesa rupestre di Avanos. Anche questa celebrazione é stata molto suggestiva perché celebrata in una Chiesa scavata secoli addietro nella roccia ed in cui i primi Cristiani celebravano i loro riti. Infine a Göreme abbiamo visitato i Camini delle Fate. Si tratta di protuberanze calcaree che per l’erosione degli agenti atmosferici prendono forma di cono con base verso il basso.
Questa visita ha concluso il pellegrinaggio che ci ha dato tanto emozioni e soddisfazioni.
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