Sedicesima puntata

Festa_80
Festa della mamma, Thalwil anni '80

Nella storia della Missione Cattolica Italiana di Horgen, entrano senz’altro i vari Comitati Genitori che dagli anni 70, cominciarono a organizzarsi e furono, con forza, sempre sostenuti dal missionario Don Franco, in loco già dal 1968 e molto aperto ai problemi sociali. Partì proprio da Thalwil la prima presa di coscienza del grande problema della scuola. Avendo dei figli che la frequentavano, ci si accorgeva delle difficoltà che gli alunni avevano a tenere il passo con i coetanei svizzeri. Gli stranieri erano sempre gli ultimi coi voti sulla pagella ed i primi per le classi “speciali”. La poca conoscenza della lingua tedesca li faceva rimanere indietro su tutte le materie di studio. Se si aggiungono poi anche le discriminazioni, si completa il quadro. Bisognava intervenire per colmare questo divario, con corsi di sostegno e con opportunità di socializzare nell’ambiente svizzero. Bisognava anche rinforzare la consapevolezza del valore e delle potenzialità di questi scolari. Cosa potevamo fare noi? Ecco allora che la nostra azione di genitori coscienti, diventò importante: cercare contatti con le autorità scolastiche, con il corpo insegnante, per fare capire il problema. Era tutto nuovo questo discorso e non sempre interamente compreso dalle parti in causa. Ci furono resistenze, ma poi anche grandi aperture di docenti e autorità che vedevano nelle nostre attività un aiuto anche per loro, per cui sostenevano le nostre richieste. Fu istituito l’aiuto ai compiti, ore di sostegno per la lingua tedesca, serate informative per genitori di lingua italiana, la pagina italiana sul giornalino della scuola di Thalwil. La collaborazione diventò preziosa quando si trattò di organizzare i corsi di lingua e cultura italiana inseriti nell’orario di scuola e col voto in pagella. (Non tutto andò sempre per il verso giusto, ma confrontato con la crisi odierna dei corsi….) Vedemmo che lentamente cambiava la mentalità verso gli stranieri, fu questa una soddisfazione di tutti i componenti del direttivo del Comitato, che con l’appoggio della Comunità sempre si impegnò secondo le proprie possibilità, a mandare avanti l’organizzazione delle varie attività. Sarebbe una lista troppo lunga elencare tutti i nomi. Non tralascio però un’attività importantissima perché riguarda i bambini. Come già detto sopra, bisognava dare a loro quella sicurezza di se stessi che tanto mancava. Il metodo più idoneo era la creatività, la recitazione e lo stare assieme senza differenze di estrazione sociale. Ci impegnammo molto, la Signora Righetto ed io, in lavoro di ricerca, di messa in scena e di insegnamento comportamentale. Con i minimi mezzi che avevamo a disposizione, abbiamo istruito fino a 35 bambini e non tutti erano dotati e interessati alla stessa maniera, frequentavano però volentieri i pomeriggi programmati per loro, che divennero una tradizione, come: le feste della famiglia a dicembre, il tema del Natale naturalmente e poi a maggio la festa della mamma. Si prepararono anche qualche “carnevalata”. Abbiamo avuto tante soddisfazioni ma anche qualche delusione per gli scioperi improvvisi all’ultimo minuto. Con l’aiuto dei bambini più svegli abbiamo sempre rimediato…..Poi alle feste avevamo sempre il supporto di Don Franco che con la sua verve ci tirava fuori dalle spine intrattenendo il pubblico (sala sempre piena) e che mantenne sempre il suo impegno….Quei bambini, diventati adulti si ricorderanno qualcosa? Positivo o negativo? I tempi sono cambiati molto. Credo in meglio. Ci sono altri stranieri ora che pagano lo scotto….
Signora Bani Thalwil Trascrizione Claudio Forchini